La Reverse Diet

Quando parliamo di reverse diet parliamo orami di una strategia alimentare molto famosa e spesso mal utilizzata.

La nuova moda nata con questa nuova forma di dieta, fa si che il cliente che si approccia a questo tipo di strategia, inizialmente è molto soddisfatto ma a lungo andare si determina un’alterazione della strategia stessa che lo porterà ad ingrassare. E quindi da un certo momento in poi non funziona più.

La reverse diet è una strategia che ha lo scopo di ripristinare una condizione di equilibrio tra corretta disponibilità energetica e conforme composizione corporea.

Ciò è possibile attraverso un graduale rialzo calorico a prevalenza glucidica associato ad un aumento del dispendio energetico.

Capite bene che per farla funzionare bisogna mixare al meglio più variabili creando una strategia sostenibile e gestibile per il soggetto.

L’errore fondamentale che spesso si commette è quello di credere che questa strategia possa “alzare il metabolismo” ovvero incrementare il tasso metabolico a riposo (BMR) permettendo al soggetto di mangiare di più “sbloccando il metabolismo” e dimagrire.

Il secondo errore è quello di considerare il complesso processo del dimagrimento come circoscritto al solito ambito “dieta” o solo a quello “della palestra”.

Mi capita spessissimo di sentire gente che va dal nutrizionista per dimagrire e non ha minimamente pensato di lavorare anche sulla parte motoria (quindi allenamento e NEAT). Così come altrettanto spesso mi vengono poste richieste assurde tipo: “voglio dimagrire di 10kg in un mese solo allenandomi duramente”.

Cari colleghi, clienti e amici non si può fare!

Se volete fare le cose come si deve entrate una volta per tutte nell’ottica di lavorare su tre componenti fondamentali: dieta, NEAT (stile di vita) e allenamento.

Altrimenti non otterrete risultati a lungo termine.

Una potenziale strategia a tavola

La reverse diet abbiamo sottolineato come questa abbia lo scopo di ripristinare equilibrio tra disponibilità energetica in entrata e in uscita. Ciò è permesso aumentando le kcal e il NEAT (come fattori principali).

Ovviamente non è una strategia utilizzabile da tutti. Appare maggiormente utile utilizzare questa strategia con gente che si muove pochissimo durante la giornata.

Prendiamo l’esempio di un banchiere che in media fa sui 3000-4000 passi al giorno. Con questo tipo di soggetti non è impensabile chiedergli di aumentare il numero di passi al giorno e quindi il NEAT.

Altre possibili applicazioni di questa strategia sono da ricercare in quei clienti che fanno fatica a seguire diete rigide o che magari sono reduci da periodi di cut e bulk estremi.

L’aumento graduale delle kcal permette di sostenere anche l’aumento del dispendio energetico giornaliero contribuendo anche a migliorare la qualità della vita quotidiana.

Quindi, ci portiamo a casa un’informazione preziosissima.

La reverse diet non è per tutti, sarà compito del nutrizionista o di figure simili quello di riconoscere il tipo di cliente e il tipo di strategia a lui più adatta.

Cerchiamo ora di contestualizzarla con un esempio, prendiamo il sig. Rossi:

  • Il sig. Rossi inizialmente assume 1400kcal al dì in entrata e altrettante in uscita con i suoi 3000 passi al dì. Si trova quindi in una situazione di equilibrio energetico.
  • Il sig. Rossi inizia una fase di reverse diet aumentano il numero di passi giornaliero portandoli a 10-12 mila. Così facendo assume 1400kcal in entrata e almeno 1800kcal in uscita. Deficit energetico di 400kcal
  • Fase 2 (settimana 1) delle reverse diet, il sig Rossi inizia ad aumentare di 10gr i carboidrati ovvero di 40kcal in più ogni 7 giorni.
  • Fase 3 (settimana 2,3,4) si crea un deficit energetico da 320 a 240 kcal in meno e il sig. Rossi perde peso.
  • Fase 4 (settimana 5,6) il deficit energetico si fa più blando da 120kcal a 80kcal in meno e il sig. Rossi perde peso più lentamente.
  • Fase 5 (settimana 9) deficit energetico quasi assente.
  • Fase 6 (settimana 10) il sig. Rossi raggiunge il nuovo equilibrio energetico ed è stabile col peso.

Quindi in sostanza il sig. Rossi ha perso peso mangiando e aumentando il suo dispendio energetico giornaliero.

Ovviamente quella proposta è una delle tante applicazioni e strategie che si possono trovare e soprattutto attenzione ad inserire la reverse in una programmazione dietetica propedeutica a fasi di cut e bulk. Non è prettamente un errore ma va fatto con criterio.

Quindi occhio e affidatevi a persone competenti.

Mangio poco così dimagrisco!

È un po’ la credenza comune in qualsiasi palestra e più o meno anche in qualsiasi ambito. Spesso questa convinzione può essere il primo stadio di un possibile disturbo alimentare. Senza catastrofizzare, soffermiamoci prima sul concetto di mangiare poco.

Capite bene quanto sia logico il concetto di mangiare poco legato al concetto del dimagrimento.

È facile no?!

Basta introdurre meno calorie per permettere al nostro corpo di accedere alle riserve.

Questo è un argomento che abbiamo parzialmente già a tratti trattato in altri articoli di questa sezione tuttavia, vogliamo riprenderlo perché abbiamo particolarmente a cuore questo concetto.

La reverse diet che vogliamo proporvi in questa trattazione è una forma di dieta diversa che vi insegna il dimagrimento tarato sul bilancio calorico ovvero la differenza tra calorie in entrata e quelle in uscita.

Prendete alcuni studi recenti pubblicati in ricerca e troverete come sono tutti concordi nel definire ciò. Quindi che senso ha continuare una vita di privazioni, di restrizioni di digiuni, di dolori addominali etc.

Mangiare poco influisce sicuramente anche sulla qualità della vita di una persona. Mangiare poco è indice spesso di una cattiva salute. Stanchezza, spossatezza, noia, sonnolenza sono solo alcune indicazioni che il nostro corpo ci da per farci capire che stiamo sbagliando qualcosa.

A questo punto le scelte sono due, invertire la rotta o continuare con le restrizioni.

Purtroppo molta gente sceglie di continuare magari con l’idea che l’estate è vicina e quindi “che vuoi che siano, altri 3 mesi di restrizione”, oppure perché magari ha sviluppato quel senso di “ma tanto sto bene con me stesso, forse sono stanco perché dormo poco”. Ce ne potrebbero essere altre mille di possibili “scusanti” che possiamo utilizzare con noi stessi o con gli altri.

La verità è che stiamo andando a fondo e che queste assurde convinzioni possono portarci davvero a sviluppare disturbi alimentari.

Giunti a questo punto, il disturbo alimentare non è più così lontano perché ci siamo già dentro ed è difficile a quel punto tornare a galla.

Quindi ancora una volta occhio a chi ci affidiamo, a come ci affidiamo e a ciò che ci viene proposto.

Quando la reverse è tra le poche strade percorribili

La reverse diet trova ottima applicazione per tutti coloro i quali hanno un blocco del metabolismo. Questo accade soprattutto quando la gente decide di affidarsi al “fai da te”.

Inizia diete strane spesso senza strategia e a volte senza logica. Tutto ciò, prima o poi, porta allo stallo e quindi, in questa situazione, la reverse diet è l’unica strada possibile. Si aumentano le kcal e aumentiamo il NEAT.

Soffermiamoci qualche battuta sul concetto di stallo.

Lo stallo è il momento in cui non si capisce più niente, in cui non funziona più niente e quindi non accade nulla. Da un punto di vista fisiologico lo stallo lo si collega con un adattamento del metabolismo ovvero il corpo si è adattato a quel tipo di carico in palestra o a quel tipo di dieta e quindi non cambia più perché non sente la necessità di farlo.

Spesso lo stallo derivante da diete fai da te si manifesta con alcune problematiche come:

  • Stitichezza
  • Assenza del ciclo mestruale
  • Sonnolenza

In questo caso la reverse diet è sicuramente un’ottima strategia di ripresa.

Quindi la reverse diet non è un miracolo né la dieta che potrete seguire in eterno.

Il dimagrimento apprezzato durante il percorso è frutto di una condizione transitoria di deficit calorico, non di un aumento del metabolismo; infatti il BMR né si alza ne si abbassa.

Ciò che invece varia è sicuramente il NEAT che sarà uno dei parametri fondamentali per mixare e tarare al meglio una strategia reverse diet.

Ditemi la vostra, fatemi sapere se l’avete già provata, come e perché.

Nel caso tutto questo vi sorge nuovo, provateci e fatemi sapere!

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