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ToggleIl doping come piaga sociale
Il doping è da considerarsi come un mezzo per il miglioramento del risultato sportivo.
Parliamo di una pratica riprovevole largamente diffusa in tutto il mondo da secoli.
E se anche tu lettore, pensi che questo articolo non possa riguardarti ebbene ti assicuro che il doping, nelle sue tante sfaccettature, ti è più vicino di quanto tu possa immaginare.
Infatti quando parliamo di doping, non dobbiamo pensare a casi eclatanti e mediatici come quello di Pantani o quello di Alex Schwaze, ma alla nostra piccola palestra dove si vendono integratori e sostanze di cui spesso non si conoscono esattamente né la provenienza ne l’effetto.
Quasi sempre la linea di confine tra integratori e doping è così sottile che spesso ci vengono vendute sostanze dopanti come fossero integratori e questo può capitare in qualsiasi palestra, anche quella di quartiere.
Il doping si insidia spesso all’interno di una persona frustrata, magari stanca di non ottenere i risultati sperati ed è pronto a tutto per cambiare.
Allargando lo sguardo, proviamo a chiederci che cosa accade nella mente di chi si dopa? Tutti sappiamo che fa male, ma allora perché farlo?
- Un motivo potrebbe essere legato alla dipendenza da alcune sostanze come le amfetamine.
- Un altro potrebbe essere connesso all’assurda convinzione che tutti ne fanno uso (questo accade soprattutto ad alti livelli).
- E ancora, il doping può essere utile per placare ansia e stress da prestazione.
- Oppure chi decide di doparsi lo fa sotto pressione del suo allenatore, preparatore o trainer che richiede sempre di più dal suo cliente e dai vari allenamenti.
- O semplicemente ci si dopa per moda, o per provare o per ottenere quello che si vorrebbe attraverso una banale scorciatoia.
Qualsiasi sia la motivazione non sarà mai sufficiente a sostenere la tesi di un doping come atto positivo.
Per queste e molte altre ragioni mi appello anche a voi trainer nella speranza di saper comprendere le reali necessità del cliente e dirigerlo verso obiettivi realmente raggiungibili.
La WADA
La Wada ad oggi rappresenta la più grande organizzazione antidoping mondiale. Nasce nel 2000 come organo indipendente allo scopo di tutelare lo sport libero e promuovere le uguaglianze.
Andando indietro nel tempo ci sono tanti episodi antecedenti alla creazione della Wada riconducibili al doping come ad esempio quello della morte del ciclista Tommy Simpson nel 1967 a causa delle amfetamine. In uno studio molto interessante degli anni 90 si evince come il doping è largamente presente tra gli atleti olimpici:
- Il 10% di atleti italiani fa uso di amfetamine
- Il 7% di essi usa metodi e strategie per innalzare l’ematocrito
- Il 2% di essi usa B-bloccanti
La Wada nasce con l’obiettivo di arginare un fenomeno ormai troppo diffuso. È la soluzione che prima non c’era, il mezzo per raggiungere e cercare di superare il macro mondo del doping.
Il primo passo fu quello di etichettare tutte le sostanze raggruppandole in categorie:
- Categoria A: stimolanti forti
- Categoria B: narcotici
- Categoria C: steroidi
- Categoria D: diuretici
- Categoria E: ormoni peptidici
Ovviamente ad ognuna di queste categorie furono iscritte le varie sostanze. Le liste tutt’oggi vengono aggiornate continuamente.
Un decreto Wada molto importante fu quello del 30.04.2004 il quale ha sancito la nascita del logo “doping” (di forma circolare rosso con divieto) su ogni farmaco con potenziali effetti dopanti. Inoltre l’effetto dello stesso farmaco va appositamente indicato sul foglio illustrativo.
Inoltre i farmacisti sono tenuti a trasmettere entro il 31.01 di ogni anno al Ministero della salute i dati relativi ai farmaci prodotti, importati, distribuiti e venduti.
Questo decreto tutt’oggi in vigore, è molto importante poiché spesso molti farmaci comunemente usati per altre problematiche (vedi il paracetamolo), in dose diverse da quelle terapeutiche possono essere considerati doping.
Per cui, per te lettore che stai preparando una gara di bodybuilding o power-lifting stai molto attento alle sostanze che utilizzi, in quanto alcune di queste possono rimanere in circolo per molto tempo. Tali sostanze possono essere facilmente smascherate attraverso un normale controllo antidoping che spesso prevede un prelievo di sangue e campione di urine.
Prestate molta attenzione ai farmaci che utilizzate poiché alcuni di questi potrebbero mandare in fumo il lavoro di anni e anni.
Farmaci parzialmente consentiti
Cerchiamo adesso ci citare alcuni farmaci che normalmente hanno uno spettro d’azione terapeutico ma che in determinate categorie e concentrazioni possono risultare doping.
Parliamo dei B2 agonisti che vengono assunti clinicamente per curare fenomeni d’asma. Essi possono essere di breve durata (1-3h), ad azione intermedia (3-6h) e a lunga durata (più di 12h).
In linea di massima i B agonisti hanno un effetto vasodilatatorio inoltre riducono le resistenze periferiche. Per queste e altre ragioni sono assunti normalmente da tutti gli atleti asmatici.
Essendo questi farmaci dei broncodilatatori utilizzati a scopo doping permettono di aumentare la contrattilità del miocardio determinando un’ipertrofia delle fibre II. Inoltre alcuni studi condotti sugli animali hanno evidenziato come questi farmaci permettono di aumentare la massa muscolare fino al 65% e con essa aumenta la sintesi proteica e la B ossidazione lipidica.
Emblematici furono i casi riscontrati alle olimpiadi Pechino 2008 e Atene 2004, ove il 20% di tutti i ciclisti inglesi risultò asmatico.
Era ormai palese che l’asma era diventata il pretesto per doparsi. Per questo motivo la Wada si mise subito in azione limitandone fortemente l’uso. Ad oggi i farmaci soggetti a forte limitazioni sono:
- Salbutamolo: tollerato da Wada in concentrazioni non superiori a 1600mg in 24h
- Salmeterolo: tollerato in dosi prescritte dal medico. Parliamo di un farmaco molto utile per prevenire il broncospasmo.
- Formoterolo: tollerato da Wada in concentrazioni non superiori a 54mg in 24h
- Clenbuterolo: vietato da Wada (decreto del 2010) per via del suo forte effetto ipertrofico muscolare.
Badate bene quindi ai farmaci che normalmente utilizzate per la vostra salute e che non avreste mai pensato potessero essere problematici. State molto attenti alle concentrazioni degli stessi e come questi possono o meno alterare le vostre prestazioni.
Vi consiglio di documentarvi attentamente in modo da esser certi del vostro farmaco e di come questo non possa essere un problema per la vostra competizione.
Conclusione
In questa prima parte si è cercato di fare un quadro sommario sia del profilo storico relativo al mondo doping sia del quadro attuale dello stesso.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare il lettore non solo al non utilizzo di sostanze finalizzate all’alterazione delle prestazioni ma soprattutto a quello di informarsi attentamente sui normali farmaci che spesso possono essere motivo di doping.
Leggete attentamente il bugiardino in modo da avere sempre tutto sotto-controllo. Qualora dovessero esserci dubbi non esitate a rivolgervi a personale medico competente.
Inoltre evitate qualsiasi forma di sostanza o integratore che può sembrare “strano” o non conforme a quanto consigliato dal vostro team (trainer e nutrizionista).