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ToggleCosa ho notato nei paddock di tutta italia
Ho girato in tantissimi paddock in tutta Italia da nord a sud per vedere sempre le stesse cose!
Tutti attenti alla moto! Si, proprio tutti. Meccanici, sospensionisti, ingegneri ma soprattutto piloti. Sono tutti li a capire come migliorare la moto per guadagnare o recuperare quel decimo di differenza.
Mi rincresce sottolineare come questa tendenza sembra ancora oggi molto diffusa anche in categorie semi professionistiche.
Il momento pre gara per un pilota deve essere un momento di briefing con sé stessi, ove poter visualizzare il circuito mentalmente ripercorrendo passo dopo passo i gesti tecnici da compiere.
Nel pre gara un pilota non deve preoccuparsi della moto ma di sé stesso!
È fondamentale che questi si riscaldi al meglio insistendo con esercizi semplici ma mirati a coinvolgere le articolazioni e i muscoli che saranno coinvolte e stressate durante la performance.
È importantissimo che questo diventi un dogma imprescindibile. Avere l’abitudine di riscaldare sé stessi prima della performance vi permetterà di entrare in pista “caldi e pronti”.
Il mio lavoro nel pre gara
Dopo questa breve parte introduttiva frutto anche di “rabbia” poiché ormai, al termine della stagione, posso sicuramente affermare di aver visto davvero pochi piloti riscaldarsi per davvero prima di entrare in pista.
Riscaldamento e attivazione pre gara che invece, abbiamo eseguito con i ragazzi del team di Vinicio Bogani e della sua Bogani school durante un corso di guida all’autodromo di Pomposa (Ferrara).
Dieci minuti sono stati sufficienti per svolgere un riscaldamento in senso caudo craniale in modo da attirare maggiori masse sanguigne in zone locali permettendo una miglior attivazione neuromuscolare.
Il riscaldamento è stato così sviluppato:
- Circonduzione di caviglia, 30 secondi per gamba
- Affondi latero-frontali, otto-dieci ripetizioni per gamba
- Anti e retroversione del bacino, 30 colpi
- Movimenti funzionali di rotazione nello spazio prossimale destra e sinistra, 15 ripetizioni per lato
- Abduzioni delle spalle con gomiti a 90° 12-15 colpi
- Circonduzione del collo e nello stesso momento hand grip con prono-supinazione degli avambracci, 1 -1.30 minuti di lavoro
Consiglio a tutti i piloti lettori di eseguire questo breve e semplice protocollo.
I test di frequenza cardiaca in due piloti molto diveri
Nei grafici seguenti vi mostriamo il training load misurato durante un turno in pista in due piloti molto diversi.
I dati sono stati ricavati con un sensore inerziale di frequenza cardiaca H9 e sincronizzati con un sistema Polar Vantage.
Nel grafico registrato nell’ex pilota professionistico Vinicio Bogani si evidenziano diversi aspetti interessanti.
- la sua frequenza cardiaca resta standard durante tutta la durata del turno in pista. Sappiamo come il motociclismo sia uno sport che “si fa a FC molto alte” tuttavia in questo caso si evince come il pilota conosca benissimo la pista in questione e la sua moto. Ciò gli porta a risparmiare energie il più possibile guidando rilassato e in totale sciolezza.
- anche il grafico relativo alle variazioni di velocità è emblematico di quanto detto poco fa. I giri sono in fotocopia l’uno dopo l’altro.
Il pilota preso in esame dimostra un estremo feeling con moto e pista tale da poter guidare con buone prestazioni ma in maniera disinvolta e rilassata, senza sbavature.
Andamento completamente diverso si registra nel grafico ricavato dalla valutazione di un pilota alle prime armi.
Per lui era la prima volta su quella pista con quella moto e si notano infatti diverse differenze:
- frequenza cardiaca più alta ma non altissima e ciò si spiega per via della pista in sè. La pista di Pomposa è una pista piccola e molto tecnica fatta di cambi di direzione e curve lente. Ciò spiega la necessità di non alzare eccessivamente i battiti per via della pista che di base è poco impegnativa. Sul finale registriamo delle fluttuazione in più indice di un aumento della stanchezza e di una considerevole riduzione di lucidità.
- il grafico della velocità denota una certa insicurezza tecnica nell’esecuzione dei gesti tecnici. Velocità non uniformi e rapide accelerazioni e decelerazioni si spiegano per via della pochissima esperienza del pilota in sè.
In conclusione i dati ricavati sono molto interessanti in quanto sottolineano aspetti ovvi ovvero l’estrema differenza tra un pilota professionistico e uno alle prime volte.
Tuttavia ci permettono di capire come un pilota professionistico è in grado di modulare la sua frequenza cardiaca a ribasso durante un turno di “allenamento“. Egli infatti era al suo 70% delle sue massime possibilità.
Nei prossimi studi andremo a valutare l’andamento della frequenza cardiaca e a sua volta, del livello di lucidità e stress in pista nel medesimo pilota al massimo della sua performance.