Perchè l’allenamento di un pilota è diverso?

Senza dubbio tra tutti gli sport possibili e immaginali quelli motoristici sono discipline in cui si tende maggiormente a pensare che gli atleti vadano “forte” solo perché sono talentuosi. In altre parole, il talento sembra ancora oggi essere l’unico aspetto che fa di un pilota comune uno vincente. Ebbene in questo articolo andremo a completare il complesso quadro dell’atleta-pilota cercando di far luce sull’importanza, non solo del talento, ma anche del training specifico che questi devono seguire.

Tra i piloti del passato che hanno reso loro training più specifici e incentrati per la loro disciplina troviamo nomi illustri come: Virginio Ferrari, poi Biaggi, Melandri, Stoner e ad oggi vi danno tutti un peso specifico notevole, soprattutto nelle alte categorie (SBK e MotoGp). Lo stesso Rossi è cambiato tanto nel corso della sua carriera. Qualche anno fa era solito ridere e scherzare sullo schieramento di partenza, oggi è concentratissimo (e ciò è parte di un percorso di allenamento mentale). Tanto quindi, è cambiato da quel lontano 1994, i piloti oggi sono atleti a tutti gli effetti, sottoposti a costanti controlli fisic,i al fine di migliorare anche solo di pochi decimi ogni giro.

L’allenamento fisico e psichico è ormai imprescindibile se si vuole andar forte in pista.

In un mondo dove tutto cambia e tutto si evolve è impensabile pensare che questo sport non debba seguire il trend della modernità. Per far questo è doveroso sensibilizzare anche i ragazzi sin dalle giovani età, sottolineando l’importanza dell’allenamento fisico-psichico come fattore rilevante per vincere con una moto moderna. Per fare la differenza in pista il segreto è preparare il proprio corpo a tutto ciò che può accadere durante quei 45-50 minuti di gara, per essere padrone di sé stessi e non schiavi dell’inerzia della gara.

Perchè un pilota si allena?

Sembra chiaro che la programmazione di un allenamento specifico che consenta di migliorare non solo le capacità fisiche ma anche e soprattutto quelle mentali, permette al pilota di fare la differenza. La guida di una motocicletta, pensiamo ad esempio ad una MotoGp, è un aspetto altamente soggettivo ma contornato da aspetti comuni. Chiunque abbia mai avuto modo di vedere una gara motoristica avrà sicuramente notato quanto questi atleti ne escano provati al termine di ogni gara. Tanto per avere un’idea, un pilota può perdere fino a 4litri di acqua sotto forma principalmente di sudore durante la gara. E non solo…

Guardando una gara di MotoGp recentemente, grazie a nuovi sistemi di acquisizione dati, si possono notare le variazioni di frequenza cardiaca cui questi atleti sono sottoposti in gara. Infatti ci sono particolari momenti durante la competizione ove questi registrano frequenze cardiache anche oltre i 180bpm ovvero oltre il 90% della massima frequenza cardiaca.

Inoltre è importante che il pilota sia magro, forte e resistente. I piloti sono magri perché maggior massa corporea comporterebbe un aumento del peso moto-pilota, per tale ragione sarà molto importante che questi seguano un regime alimentare controllato (di cui parleremo prossimamente). Forza e resistenza sono capacità motorie fondamentali che consentono al pilota non solo di governare il mezzo ma anche di muoverlo nello spazio a proprio piacimento. Riflettiamo un attimo, correre una gara motoristica vuol dire accelerare, decelerare, cambiare direzione e pensare repentinamente alla prossima mossa. Ora cerchiamo di immaginare quanto possa essere tassante a livello fisico passare da 300km/h a 80km/h (durante la percorrenza di una curva ad esempio) e viceversa. Durante queste azioni motorie il pilota deve avere forza negli avambracci per tenersi ben saldo sui semi manubri impegnando la curva nel modo migliore e soprattutto, deve essere resistente alle notevoli forze G cui è sottoposto. Onde evitare di rendere l’articolo una trattazione di fisica limitiamoci a dire come le forze G, negli sport motoristici, rappresentano una sorta di variazione della forza di gravità che grava sul sistema moto-pilota. Per chiunque voglia approfondire tale aspetto può contattarmi privatamente.


Alla luce di questi aspetti è chiaro come l’allenamento debba essere il quanto più specifico possibile e programmato nei cicli di allenamento per perseguire obiettivi specifici.

Cosa aspettarsi da un training per piloti?

In base a quanto detto fin qui gli allenamenti dei piloti devono seguire quello che è il modello prestativo. E questo vale sia per amatori che per professionisti.

Per modello prestativo si vuole intendere l’insieme delle relazioni neurofisiologiche che caratterizzano una prestazione sportiva. In altre parole il modello prestativo è descritto dagli aspetti tecnici, fisici e metabolici che caratterizzano quella determinata disciplina. Attenzione il modello prestativo di qualsiasi sport non va mai inteso in maniera ferrea e rigida ma bensì, si configura come un modello multifattoriale. Quindi, mentre per il calcio, il basket e per la stragrande maggioranza degli sport esistono vari modelli prestativi per il motociclismo no. Forse perché mai nessuno si è posto il problema di descriverne uno, forse perché ad oggi la letteratura scientifica trattante allenamento e motociclismo è ancora molto scadente o forse perché tutti i dati elaborati dalle varie case motoristiche restano privati, per paura di fornire informazioni utili ai loro diretti avversari. Possiamo provare quindi a tracciare alcune linee guida, che potrebbero descrivere al meglio la preparazione fisica e mentale di un pilota di alto livello.

Abilità condizionali (endurance, velocità, forza, flessibilità e mobilità,) si uniscono a quelle coordinative e tattiche, idoneo fitness cardiovascolare per uno sport che “si fa” a frequenze cardiache elevate per lungo tempo, struttura muscolare trofica in grado di gestire al meglio il potente mezzo tecnico e allo stesso modo di prevenire possibili danni viziati da cadute. Di pari passo a queste caratteristiche, definibili come obiettivi generali nella preparazione fisica-atletica, corre anche l’allenamento mentale. Componente imprescindibile nelle alte competizioni, meno nelle categorie inferiori.

Nonostante molti piloti riconoscano l’importanza di un mental coach sono davvero pochi quelli che, al di fuori di MotoGp e SBK, si sottopongono a sedute di allenamento mentale. Tuttavia in tale articolo affronteremo solo gli aspetti legati alla preparazione fisica, nei prossimi articoli esamineremo l’importanza dell’allenamento mentale e come inserirlo all’interno dei cicli di allenamento.

Come organizzare una Programmazione

In questo paragrafo cercheremo di fornire un’idea pratica su come programmare gli allenamenti per piloti professionistici. Negli articoli successivi verranno proposti esercizi e metodi applicabili anche ad atleti amatoriali.

Partiamo dividendo un intero anno in varie fasi.

  • Preparatoria: che si dividerà in generale e specifica
  • Competitiva: pre-competitiva e competitiva
  • Transitoria

Nel motociclismo professionistico programmare e periodizzare gli allenamenti non è impresa semplice poiché la fase preparatoria sarà molto breve a differenza di quella competitiva. Quest’ultima infatti dura in media sette mesi, in cui i piloti sono chiamati a gareggiare a distanza di una-due settimane in zone diverse del pianeta. Indubbiamente ciò risulta essere molto stressante per un pilota che è sottoposto a fusi orari molto differenti ed è chiamato a variare continuamente i propri ritmi circadiani; in tal senso il lavoro del mental coach e del suo staff sarà provvidenziale.

Possiamo pensare alla fase preparatoria da metà dicembre circa fino alla fine di febbraio. La preparazione generale è bene non farla durare troppo, poiché spesso i piloti non necessitano di un’eccessiva preparazione sotto un profilo “generale”, per cui insistere su di essa per un mese è più che sufficiente. Da metà gennaio fino alla fine di febbraio ci dedicheremo alla preparazione specifica. Dagli inizi di marzo fino a metà novembre, verrà scandita la fase competitiva, da articolarsi in fase pre-competitiva e competitiva vera e propria. La pre-competitiva si articola nel mese di marzo, mentre la competitiva inizia e finisce in corrispondenza del calendario del motomondiale. Da metà novembre fino metà dicembre, si delinea la fase transitoria.

La fase preparatoria generale si dividerà in due cicli. Durante il primo ciclo detto di “adattamento anatomico” lavoreremo con alti volumi e basse intensità mentre durante il secondo ciclo punteremo sulla forza, attraverso bassi volumi di lavoro e alta intensità allenante.

La fase preparatoria specifica si articola con volumi di lavoro ridotti rispetto alla fase precedente, intensità crescente e tanta tanta tecnica. È questa la fase in cui è possibile lavorare sulla potenza esplosiva.

Durante la fase competitiva inevitabilmente cala il volume evitando di portare il nostro atleta in over training mentre l’intensità allenante resta pressoché media. È questa la fase in cui lavorare sulla tecnica e sulla precisione del gesto motorio, in base anche ai dati raccolti durante le gare.

Nell’ultima fase ovvero quella transitoria che solitamente coincide con l’off season si tende a lavorare con bassa intensità e volumi di lavoro medi con richiami di forza specifica e tecnica.

Questa appena descritta potrebbe essere una reale proposta per organizzare una programmazione annuale. Ovviamente ci tengo a specificare come questa può essere una possibile soluzione tra tante. Inoltre ogni aspetto della programmazione è degno di essere approfondito ma l’obiettivo di questo articolo è quello di fornire una proposta concreta su come organizzare una programmazione per piloti professionistici. Metodi e mezzi verranno approfonditi in successivi articoli

Conclusioni

Attraverso questo elaborato si è cercato di immettere un po’ “d’arte” in una sport come quello del motociclismo ancora poco studiato. Uno sport molto blasonato ma dove trova ancora poco spazio l’arte di allenarsi. Ovviamente ogni aspetto qui schematizzato sarebbe degno di essere approfondito e proveremo nei successivi articoli a fare sempre più chiarezza, cercando di addentrarci quanto più a fondo possibile fornendo proposte di training sempre più concrete. Nei prossimi articoli parleremo anche di allenamento mentale, componente imprescindibile nell’allenamento dei piloti e forniremo delle proposte reali. Per qualsiasi approfondimenti, pareri, proposte, critiche o altro sono a disposizione.

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