Table of Contents
ToggleMi alleno solo/a o con un pt?
Sono certo che almeno una volta chiunque mastichi l’ambiente della palestra se lo sia chiesto. E sono altrettanto sicuro che la maggior parte della gente preferisce allenarsi soli.
Ebbene spesso e volentieri questa potrebbe realmente essere la soluzione migliore!
Certo allenarsi in autonomia consente grandi vantaggi, primo tra tutti la libertà di fare quello che voglio come voglio e quando voglio. Inoltre, non ultimo per importanza risparmio e nella maggior parte dei casi anche parecchi soldi.
Purtroppo considerando spesso la qualità ancora molto scadente offerta da molti trainer, allenarsi da se sembra essere ancora la soluzione migliore. L’elemento che realmente dovrebbe permetterci di esser certi che la soluzione di farsi seguire da un trainer sia quella più giusta sta nel percorso che questo mi propone. L’elemento cardine che rende un trainer migliore rispetto ad un altro e a sua volta l’allenamento fai da te più scadente rispetto a quello con un trainer è il percorso o in termini più tecnici la programmazione del training.
Programmare serve al trainer e serve al cliente!
Quando si parla di programmazione si apre un mondo con una vastità di informazioni che spesso possono risultare fuorvianti. Cerchiamo di centrare il nocciolo della questione.
Programmare serve al trainer e serve al cliente! Perché?
Attraverso una programmazione un trainer può descrivere un ciclo di allenamento che a sua volta sarà schematizzato in sottocicli di allenamento (detti anche microcicli) che a sua volta sono determinati dalle singole sedute allenanti. Fermiamoci a riflettere! La maggior parte dei trainer propone un servizio a pacchetti che possono variare supponiamo dalle 10 lezioni in su. Nel momento in cui si decide di acquistare un pacchetto il trainer deve aver chiaro cosa andrà a fare nelle singole sedute e deve spiegarlo al cliente. Questo è fondamentale per tracciare una strada percorribile e non utopica!
Programmare serve anche al cliente il quale è sempre aggiornato su quello che sta accadendo, su quello che è accaduto e su quello che accadrà. Non è necessario che questi comprendi esattamente che cosa stia succedendo ma è indispensabile che questi sappia su quale capacità motoria (ad esempio) si sta lavorando. In questo modo il cliente può toccare con mano i suoi obiettivi e capire quanto questi possano o no essere raggiungibili.
Il pilastro della programmazione è la valutazione inziale
Qui sfondiamo una porta aperta. Tutti ne parlano, tutti la reputano importante, alcuni indispensabile ma nessuno o quasi sa realmente di cosa si parla.
Valutare è il punto di partenza ed il punto di arrivo!
Pensiamoci, in qualsiasi ambito se non valutiamo cosa stiamo facendo abbiamo perso in partenza. Pensiamo ad un investimento ad esempio, senza un accurata valutazione con un consulente finanziario rischiamo di fallire. E bene, nell’allenamento è importante fare la stessa cosa!
E quindi tutto parte da una valutazione preliminare, il trainer andrà a valutare la composizione corporea del soggetto: massa magra, massa grassa, BMI ecc. è questo l’aspetto che più si vede fare in molti centri fitness, e diamo per buoni i risultati raccolti dalle varie bilance e strumenti utilizzati (anche se hanno sempre un margine di errore significativo e spesso sono strumenti operatore dipendente).
Ma questo spesso non basta! Mettetevi nei panni di un trainer che sa quanto pesate, quanto bevete, quanto siete alti e poco di più, come si può realizzare un programma di allenamento solo con questi dati? Non si può! E qui entra in gioco l’altra parte che spesso non viene fatta.
È importante valutare il soggetto per come si muove. Una buona idea potrebbe essere quella di effetturare una prova gratuita nella quale si valuta mobilità, stabilità e sviluppo motorio del soggetto. Ottima idea è quella di somministrare una serie di squat test. Un’altra ottima idea potrebbe essere quella di filmare il soggetto prima in visione frontale e poi sagittale durante l’esecuzione dei test dinamici proposti. Questi semplici test ci dicono tantissimo su che direzione andare a prendere per la stesura del programma.
Ma anche questo spesso potrebbe non bastare. Magari proprio durante alcuni di questi test dinamici possono venir fuori altri spunti di riflessione: una spalla dolorante, un ginocchio che fa track, un bacino bloccato.
E quindi? Valutazione statica
Andiamo così a valutare le stesse caratteristiche dette prima: mobilità, stabilità ecc in posizione statica. Prendiamo l’esempio della spalla che fa male. Perché fa male? Ah boh chi lo sa… valutiamolo?
Il soggetto si dispone a pancia in un su un lettino con le ascelle larghe a circa 90gradi e con gli avambracci perpendicolari al pavimento. Da questa posizione cerchiamo di portare l’avambraccio prima verso il basso in avanti e indietro. Da questo semplicissimo test possono emergere tante ma tante cose in più che permetteranno al trainer di impostare magari un cliclo di rinforzo per la cuffia dei rotatori oppure no. Pensateci… voi che magari vi siete già fatti seguire da un trainer in passato, tutto ciò è mai successo?
Valutare, valutare sempre
Valutazione e obiettivi in questo settore vanno a braccetto. La valutazione può fermarsi solo all’inizio, è ovvio no?!
Al termine di ogni ciclo è importante ripetere i test svolti all’inizio per capire se la programmazione intrapresa è quella corretta oppure no. I test intermedi permettono al cliente anche di capire che cosa sta succedendo al suo corpo e gli consentono di dare già una prima risposta alla domanda: ma non è che ho buttato solo soldi?
Analogo discorso va fatto alla fine di ogni percorso. è questo il momento dove il cliente si rende conto dei risultati raggiunti e si convince a rinnovare o meno l’eventuale pacchetto precedentemente acquistato.
Dunque valutare nel training è un arte, un arte ancora poco diffusa e spessa fatta male in maniera grossolana. Mi appello soprattutto ai miei colleghi, riflettete, basta perdere una giornata per dedicarla alla valutazione gratuita per i vostri clienti per avere una buona percentuale di rinnovi in futuro. Siate lungimiranti!