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ToggleLe abitudini alimentari di un pilota agonistico
Nella rassegna odierna parliamo di motociclismo e alimentazione. Un connubio poco analizzato anche in letteratura scientifica ma che si collega a pieno nel macro percorso che un pilota dovrebbe seguire per diventare un vincente.
L’alimentazione è la chiave di ogni percorso di cambiamento fisico motivo per il quale anche un pilota che magari si allena quotidianamente fuori e dentro la pista ha la necessità di seguire un percorso alimentare ben strutturato.
Come per la moto la benzina è l’elemento necessario ma non sufficiente, per garantire piena funzionalità del mezzo così per il pilota, gli alimenti rappresentano il combustibile per garantire la massima performance atletica.
Alimentarsi correttamente vuol dire scegliere i cibi in base alle necessità e al momento psico-fisico in cui si trova l’atleta.
Ragion per cui, l’alimentazione e l’idratazione nell’arco del piano annuale saranno differenti e saranno determinate anche dalle attività che l’atleta sarà chiamato a svolgere.
L’obiettivo dovrebbe essere quello di creare un giusto compromesso tra fabbisogno calorico dell’atleta e timing di assunzione (per quanto riguarda il weekend di gara); allo stesso tempo alimentarsi in maniera ottimale consente di mantenere il proprio peso corporeo all’interno di intervalli ben definiti, onde evitare incrementi di massa grassa che, come detto, sarebbero controproducenti per la performance. È risaputo come maggior peso corporeo implica maggior energia per spostarsi nello spazio prossimale e distale.
Lontano dalle gare l’alimentazione può essere più variegata, spesso si tende a dare ai piloti direttive sui macro e micronutrienti da assumere, piuttosto che indicargli degli alimenti specifici.
La ragione di quanto affermato risiede nel fatto che molti piloti in MotoGp o SBK provengono da ogni parte del mondo e a loro volta possiedono abitudini alimentari differenti tra di loro. Per quanto si cerchi di indirizzarli verso una corretta dieta mediterranea (definita da U.S. News&World’s Report’s come una delle migliori al mondo), le esigenze alimentari individuali dei vari piloti restano difficili da eliminare.
È questo un fattore che qualsiasi biologo nutrizionista o medico devono assolutamente tener conto nel concetto di definire un piano alimentare. Abbiamo più volte sottolineato come una dieta che funzioni sia sostenibile e adattabile e questi concetti ritornano assolutamente di moda anche per un pilota.
Tuttavia non pochi piloti cercano di mediare tra pietanze derivanti dalla loro terra natale e quelle derivanti dalla dieta mediterranea.
- Ne è un esempio Mar Marquez la cui alimentazione è una via di mezzo tra la cucina italiana e quelle spagnola. È solito assumere pasta tutti i giorni, anche due volte al giorno: in genere una ottantina di grammi in bianco che copre con una porzione doppia di parmigiano. Nel pomeriggio pollo alla griglia, yogurt magro e una banana.
Tuttavia ci sono casi di piloti con abitudini culinarie particolari; molto permeabili alle cucine straniere.
- Ne è un esempio il buon vecchio Jorge Lorenzo, il quale ha più volte dichiarato come il suo segreto a tavola, per mantenere la linea e non aumentare di peso, è quello di mangiare più volte al giorno, soprattutto pasta e carboidrati. Avendo per anni militato in Yamaha, Jorge conobbe il sushi e la cucina orientale che integrò nelle sue abitudini culinarie. Discorso analogo per quel che riguarda la cucina australiana che, gli presentò per la prima volta carne di coccodrillo molto apprezzata dall’ ex campione del mondo.
Quindi sembra importantissimo per un pilota moderno alimentarsi in maniera corretta ma allo stesso tempo in maniera flessibile in modo che questi posso concedersi a qualche piacere.
Tanti piloti e tante diete
Spesso la tipologia di dieta è dipesa alle caratteristiche metaboliche del pilota; alcuni di loro sono in grado di mangiare notevoli quantità di carboidrati senza avere un aumento di peso importante, altri necessitano di maggior attenzione avendo maggior tendenza ad ingrassare.
Uno dei casi più interessanti è quello di Danilo Petrucci (pesa circa 80 kg, 12-13 kg in più del Valentino Rossi dei tempi migliori) il quale per evitare ulteriore incremento di peso, si ciba per lo più di verdura, frutta, pesce e legumi, niente dolci e pizza.
Diametralmente opposte erano invece le abitudini alimentari di Valentino Rossi che tra tutti i piloti di MotoGp è sempre stato quello meno attento. La sua dieta infatti variava a seconda delle sue preferenze quotidiane. “Il Dottore”, a differenza dei colleghi, preferiva iniziare la sua giornata con molte proteine, ragion per cui la colazione prevedeva ben due uova saltate in padella. Il pranzo tipico, che si consumava direttamente nei box tra le 12 e le 12,30, era composto da tortiglioni con tonno e piselli conditi da olio e formaggio. La sera Rossi mangiava secondi di carne ad orari non troppo rigidi, talvolta era solito mangiare anche alle 21,30 come più volte dichiarato da egli stesso.
Oggi il controllo del peso per un pilota moderno è fondamentale.
Infatti gli attuali piloti di MotoGp sono diventati molto più attenti, si allenano tanto e cercano di favorire un introito calorico ottimale. Lo stesso Marco Bezzecchi è passato da “mangiare salsicce” quando correva in moto2 ad un alimentazione molto più rigida ora che corre in MotoGp.
Sottolineiamo ancora una volta la necessità anche un pilota moderno di una dieta flessibile. Ogni pilota conosce molto bene il proprio corpo per cui sa cosa può e cosa non può fare. Allo stesso tempo ci si auspica che questi sappia gestirsi al meglio anche a tavola.
Lo stesso Pecco Bagnaia molto attento alla sua linea non potrà mai rifiutare un piatto di pasta al pesto e una fetta di torta Sacher. Allo stesso tempo Pecco si concede la sua fetta di torta una volta l’anno.
Il diverso introito calorico prima e dopo le competizioni
Viene logico pensare come l’adeguato apporto di nutrienti sia indispensabile per garantire al pilota le energie necessarie per sostenere gli allenamenti e gli stress indotti dal weekend di gara.
Sembra altrettanto logico che l’assunzione di alimenti con un indice glicemico alto e di difficile digestione non sono particolarmente indicati prima della gara, poiché comportano uno spreco di energie da parte dai processi digestivi.
Energie che il pilota impegnerà per la competizione.
Purtroppo la ricerca scientifica non fornisce risposte convincenti ed unanime motivo per cui la rassegna odierna si basa su quelle poche informazioni scientifiche e sulle varie interviste fatte ai singoli piloti prese in esame.
Nel 2003 il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) afferma come: “… la quantità, la composizione e il momento nel quale viene assunto il cibo può influire profondamente sulla prestazione sportiva. Una buona pratica nutrizionale aiuta l’atleta ad allenarsi duramente, a recuperare velocemente e ad adattarsi in maniera più efficace all’allenamento, con un minore rischio di infortunio o di malattia…”.
Si deduce come in base al diverso fisico, ogni pilota necessiti di un apporto di macronutrienti differente. L’apporto nutrizionale corretto, al momento giusto, può velocizzare il recupero e migliorare gli adattamenti in forza, potenza e crescita muscolare.
Il bilancio energetico ovvero il controllo delle chilocalorie (Kcal) spese e introdotte, incide profondamente sulla pratica sportiva.
Durante il periodo pre agonistico le calorie assunte saranno più alte rispetto al periodo agonistico. Ovviamente il bilancio calorico sarà influenzato dal tipo di allenamento che questi tenderà ad eseguire. Si può desumere come la quota calorica nel periodo pre competizione possa essere così suddivisa:
- 50-60% di carboidrati,
- 15-30% di proteine,
- 15-20% di grassi
L’introito proteico può variare da 1.2 a 3 grammi per kilogrammo di massa magra, in queste fasi.
Nel weekend di gara l’introito di carboidrati aumenta a discapito di proteine e grassi, in modo da fornire al pilota le energie necessarie per eseguire la prestazione.
C’è da sottolineare come anche le fonti dei carboidrati non sono tutte uguali. Prima di una gara è preferibile ingerire carboidrati semplici, detti zuccheri, che vengono digeriti più velocemente e raggiungono il flusso sanguigno sotto forma di glucosio, più rapidamente di quanto facciano quelli complessi (costituiti da catene più lunghe di saccaridi e più lenti da digerire).
I grassi rappresentano il macronutriente con il più alto potere calorico e sono divisi in saturi e insaturi. I grassi saturi dovranno rappresentare la quota minoritaria dell’intake lipidico giornaliero a discapito di quelli insaturi (acido oleico, omega 3), che rappresentano le componenti da prediligere. In uno sport dove il peso corporeo può fare la differenza, un occhio critico è sempre rivolto alla quota di grassi che un pilota assume quotidianamente.
- Nel caso di un pilota con un peso eccessivo è bene lavorarci in fase preparatoria ove questi è chiamato a ridurre il proprio peso corporeo e spesso, molti di loro, sono soliti eliminare i grassi da un momento all’altro. Tale strategia non è ottimale, infatti come sottolineato dall’ISSN (International society of sports nutrition), durante la riduzione del peso corporeo si consiglia di non scendere sotto 0.5-1g di grassi per chilogrammo di peso corporeo.
Infine, prestare attenzione all’indice glicemico di un alimento (capacità di elevare il livello di glucosio nel sangue) e al carico glicemico (indice glicemico moltiplicato per la frazione di carboidrati presenti in una porzione di un dato alimento), consente di introdurre le giuste energie per eseguire al meglio la performance eludendo sensazioni di pesantezza, dolori addominali indotti dalla digestione e disturbi gastrointestinali.
Conclusione
Nella rassegna odierna abbiamo cercato di sviscerare le poche informazioni presenti in ricerca e le pochissime correlazioni che vi solo tra piloti e alimentazione.
Si può pensare che molti piloti siano restii nello svelare i propri “segreti”.
Spesso le strategie alimentari appaiano un mistero. Questo può essere legato al fatto che i piloti hanno genetica e caratteristiche psico-fisiche simili tra loro quindi un percorso alimentare che funziona per uno potrebbe funzionare anche un altro.
A prescindere da ciò il nostro appello è rivolto ai professionisti del settore che sono chiamati a stilare diete complesse e percorsi alimentari che debbano tener conto di tante informazioni. Tenete conto dei fusi orari e delle gare in tutto il mondo, tenete conto delle abitudini di un pilota e delle sue voglie.
Tutto questo contribuirà a creare un percorso solido scandito in fasi che questi riuscirà a seguire sempre, anche lontano da casa.